Premiati i giocatori ed i “Campioni” dell’Ovada

Una serata che ha fatto rivivere il periodo d’oro del tamburello ovadese

Una serata indimenticabile per gli appassionati di tamburello, quella che si è tenuta venerdì 7 novembre presso il salone del Convento dei Cappuccini in Ovada. Tutti i posti a sedere erano occupati e diverse persone hanno dovuto assistere alla serata in piedi. Motivo di tutto questo interesse è stato l’annuncio della presenza di molti campioni che nel passato hanno vestito la gloriosa maglia dell’Ovada. Ma andiamo con ordine. L’iniziativa, promossa della società Ovada in Sport e coordinata da Diego Sciutto, è iniziata con la presentazione del bilancio della “12 Ore” manifestazione che ha avuto il merito di raccogliere oltre diecimila euro versati dagli organizzatori all’Associazione Vela. Per l’occasione sono stati premiati Vanda Vignolo e Zaim Pervizi in rappresentanza dei volontari che hanno lavorato nella manifestazione. Poi è stato lo storico Paolo Bavazzano a tracciare le origini del gioco del tamburello nell’ovadese partendo dal lontano medioevo. A succedergli è toccato a Renzo Bottero che ha rivangato il periodo d’oro del tamburello a cavallo tra gli Anni ’70 e ’80. Nel suo intervento a colpire è stato quando ha ricordato come in occasione di una gara allo Sferisterio siano stati staccati oltre 3600 biglietti d’ingresso! Molte le premiazioni effettuate, la prima delle quali ha riguardato Giuseppe “Beppe” Frascara, figura storica del tamburello locale, al quale è stato consegnato dalle mani di Giannino Bottero, altra gloria del tamburello ovadese, un opuscolo a lui dedicato e, poco dopo un’opera in marmo raffigurante un giocatore di tamburello stilizzato. Quindi è stata la volta di Renzo Bottero ad essere premiato in qualità di “Firma” ufficiale della disciplina. Ma il vero momento significativo della serata è stato quando Diego Sciutto ha chiamato sul palco ad uno ad uno Aldo “Cerot” Marello, Franco Capusso, Giuseppe “Beppe” Bonanate, Piero Chiesa, Ettore Scattolini ed Enrico “Chicco” Arata ovvero i vincitori dell’unico Scudetto di tamburello che Ovada può vantare. Il trionfo avvenne nel 1979 e, quindi, a distanza di 35 anni, è stato bello rivedere tutti insieme i campioni che sono stati premiati dal Sindaco Paolo Lantero il quale ha sottolineato come il tamburello possa essere un veicolo di traino per l’intera zona sia sotto l’aspetto sportivo che turistico. Ogni singolo atleta ha ricordato le proprie sensazioni che aveva provato nel vincere lo Scudetto, e tutti quanti hanno voluto sottolineare il legame che unisce loro ad Ovada, una piazza tra le più importanti a livello nazionale per la disciplina. “Tornare ad Ovada è sempre un piacere - ha affermato Cerot Marello – qui trovo sempre degli amici con i quali è possibile ricordare i bei tempi andati. Al tempo stesso è possibile scambiare pareri sul presente e futuro del tamburello. Una disciplina che nelle nostre zone deve essere insegnata anche nelle scuole perché non si tratta solo di sport ma anche di tradizione e cultura”. Anche Enrico Arata ha tenuto a precisare che, nonostante i tempi siano cambiati, uno sforzo nell’insegnare il tamburello ai giovani deve essere fatto ed in questa direzione si è detto disponibile a operare. Particolarmente apprezzato anche l’intervento di Beppe Bonanate che, appena ventenne, conquistò lo Scudetto tricolore, il primo di una lunga serie. “Per me un ricordo bellissimo, Ovada mi aveva accolto con grande entusiasmo e ci tengo a sottolineare che grazie all’apporto dei miei compagni di squadra più esperti tutto mi è risultato più facile”. Tra il pubblico erano presenti anche i campioni Paolo Scattolini e Manuel Beltrami, quest’ultimo indiscutibilmente il più forte giocatore degli ultimi dieci anni. A conclusione della serata sono stati premiati tutti i giocatori che hanno vestito la maglia dell’Ovada e per molti di loro la soddisfazione la si poteva leggere negli occhi. Molto soddisfatto anche il pubblico presente che a più riprese ha applaudito tutti i campioni che si sono dimostrati tali non solo quando calcavano il terreno di gioco ma anche per la loro disponibilità messa in atto nell’occasione e quella che hanno assicurato per il futuro.

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