Bruno Campagno

Una serie A del balon a dieci oppure ad undici squadre? Il quesito troverà risposta nel consiglio federale convocato dal presidente Enrico Costa lunedì in cui si conosceranno soprattutto il destino dell'alessandrina Pro Spigno, unica quadretta che non ha ancora un proprio battitore titolare, ed Alba che a sua volta ha chiesto il ripescaggio con Bruno Campagno capitano designato. A chi sostiene che il format a dieci concorrenti sia intoccabile ci sono altri che rispolverano la storia recente ricordano come in passato le deroghe non siano mai mancate. Esattamente undici furono le «sorelle" nel massimo campionato di pallapugno nelle stagioni 1992, '93 e poi 2000, '02 e '09 ma anche dal 2013 al 2015, nove addirittura le edizioni che contarono dodici team in corsa ed addirittura il balon fece tredici nel 1999, tante le quadrette che si contesero l'ultimo Tricolore del millennio. Nella discussione è intervenuta anche la Lega delle società il cui presidente Simone Lingua ha detto: «abbiamo avanzato alcune richieste alla Federazione: innanzitutto una significativa riduzione (almeno il 50%) delle quote d'iscrizione al prossimo campionato, una moratoria sull'obbligo di schierare squadre giovanili, una deroga ai limiti d'età». Ma lo stesso presidente parla della "questione Albese" sostenendo che risulta «impensabile immaginare una serie A senza vedere in campo Campagno; sarebbe una sconfitta per tutto il movimento. Anche tenere attivo il Mermet è un obiettivo da coltivare. Dal canto suo la Pro Spigno, con un impianto dignitoso, una società di volonterosi ed un presidente, come Giuseppe Traversa, che è una pietra miliare del balon, non merita di retrocedere in C2 se non riuscisse ad allestire una squadra per la A. La Federazione dev'essere elastica, a costo di varare una formula irrituale. Un massimo torneo con undici compagini non sarebbe un'eresia; a Spigno, nel caso rinunciasse alla A, dovrebbe essere consentito di iscriversi in B. La regola di ripartire dalla C2 la ritengo anacronistica».