"Le piazze in quarantena ancora più desolate senza le sfide del tambass"

Le speranze di Mimmo Basso presidente provinciale Federtamburello

Il «tam tam» caratteristico del tamburello, ancora silente in questa stagione, è diventato quello di un messaggio di auguri speciale lanciato da Mimmo Basso. L'ex campione e da anni numero uno Federtamburello astigiana così come alla guida della Commissione storica del Muro ha voluto raggiungere il «suo» mondo alla vigilia di Pasqua che, tradizione e consuetudine, caratterizzavano come una tre giorni di sfide su piazze e sferisteri.
«Ora non è una o l'altra squadra ma è la popolazione intera che deve arrivare ai 19 nella partita della vita!» dice Basso dalla sua casa di Tigliole.«E'una vigilia particolare a causa del Covid-19 siamo e saremo tutti a casa - prosegue - penso che come a me anche a tutti voi manchi il suono della pallina scagliata dal tamburello. Non solo per le vittorie e le sconfitte che ogni competizione regala ma per quello che questo nostro sport trasmette dal lato sociale, di amicizia e valori umani, che mai come in questo brutto momento ci mancano tremendamente». 
Messaggio di auguri con l'invito a divolugarlo ad atleti, dirigenti e tifosi "affinché anche se solo in modo virtuale nel lungo fine settimana di festa possiamo vede il nostro amato tamburello».
Ottimismo per la ripresa?
«Prima lo ero maggiormente, ma non smetto. Oggettivamente guardando all'oggi l'obiettivo potrebbe essere giugno per una possibile ripresa graduale di qualche attività».
Distinzione tra campo libero e muro.
«Sull'open qualche cosa di più potrebbe essere deciso nella video conferenza di venerdì 18 dal consiglio nazionale. Ma nutro seri dubbi considerando che dovrebbe coinvolgere aree come Bergamasco e Bresciano, pesantemente toccate dal virus. Nel muro il bacino è ristretto ai paesi del Monferrato, dove fortunatamente la realtà è finora meno pesante».
Impossibile pensare ad un torneo regolare pure nel tambass.
«Pur restando nel campo delle ipotesi o delle speranze non mi dispiacerebbe condensare in un sol pomeriggio più incontri. In fondo penso che il tamburello sia innanzitutto stare assieme per cui la vittoria all'inizio sarà proprio quella: tornare a condividere una passione. La gioia per il successo della propria squadra sarebbe secondario».
Rivalutando il terzo tempo.
«Il tambass da sempre ha questa caratteristica, ma questa pesante esperienza di isolamento potrebbe far riscoprire questo momento legato alla gara. Che sia possibile un ritorno al passato quando era importante andare in piazza per un momento di socialità a prescindere dalla sfida stessa».
C'è poi l'attività giovanile.
«Il rammarico soprattutto per quello che non si può fare con i gruppi under 10 e 12. Obbligati a casa e lontani dal tamburello. Che questo distacco forzato aumenti il desiderio anche nelle altre categorie per praticarlo non appena possibile».
E la stagione al femminile?
«Analogamente all'open maschile nulla si sa sul futuro prossimo delle serie A e B nazionali, ma certamente a livello regionale valuteremo l'opportunità di organizzare attività per non tenere ai box le nostre squadre, anche se saremo costretti a restare entro i confini piemontesi». 

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