Felice Bertola, campionissimo del balon: “La situazione è tragica sì, ma non paragoniamola alla guerra”

Felice Bertola ha 76 anni (Foto Bruno Murialdo/Silvia Muratore)

Il grande Felice, 12 scudetti in una carriera inimitabile, il più titolato campione degli sferisteri, a 76 anni vive nel «buen retiro» di Gottasecca il paesino dell'Alta Langa (141 abitanti) dal quale, timido ragazzetto di montagna, ha mosso i primi passi che lo avrebbero portato ad essere il più grande. La discussione su chi sia il Campionissimo del balon tra lui e Manzo è apertissima e senza una sentenza univoca. Con Berruti il confronto è invece a suo favore (12 scudetti contro 6), ma i loro incontri hanno sportivamente «infiammato» un'epoca e all'uno senza l'altro sarebbe mancato qualcosa.

Ancora oggi, quando si vuol fare riferimento ad una stagione d'oro del balon si parla di due coppie storiche: Manzo-Balestra e Bertola-Berruti.

Felice Bertola, il coronavirus ci ha costretti alla reclusione. Dov'è la sua «prigione»?«A Gottasecca. Ma non è una prigione. Questo è il paese dove sono nato e dove sono sempre tornato».

Quali le sue condizioni di salute? Ha avuto guai considerato che lei è nella fascia di età più a rischio? «Sto bene e non ho avuto problemi di alcun genere». 

Come trascorre le sue giornate? «Vado a fare lunghe camminate da solo nei boschi e mi occupo dell'orto. Non adesso, però, perché è nevicato e ho dovuto interrompere».

In Langa e Alta Langa ci sono stati dei casi di contagio. «Purtroppo sì,  anche gravi. Qui dove abito (a Gottasecca, ndr) la zona è stata invece abbastanza risparmiata. Ho saputo di un morto a Prunetto, e mi dispiace molto. Qui vicino pochissimi gli altri contagi, meno male». 

Tiene ancora i rapporti con il mondo del balon? «No, tutto azzerato. Scarsi anche i contatti telefonici (anche perché, a Gottasecca, il telefonino “non prende” e Bertola è irraggiungibile, ndr)».

Che cosa pensa accadrà? «Non lo so. Certo, non abbiamo mai visto una cosa del genere. Io sono nato nel 1944, ma ovviamente non ricordo nulla della guerra. Questa è sicuramente la situazione più tragica dopo il conflitto mondiale, ma non penso si possa paragonare a una guerra da cosa mi hanno raccontato».

Come vede le sorti del campionato di balon? Si riuscirà a cominciare? «Con le quattro squadre di Gottasecca (C1, C2 e due giovanili) stavamo incominciando la stagione. Adesso è tutto fermo. Il campionato, se partirà, dovrà per forza subire dei cambiamenti. Si dovrà giocare ad un ritmo più intenso, con molti incontri infrasettimanali per recuperare il tempo perso».

Lei, con Berruti, è stato il primo ad adottare un tipo di preparazione su basi scientifiche e professionali. Oggi i giocatori lo fanno tutti, ma come devono affrontare questo periodo difficile? «Prepararsi in casa, con gli attrezzi idonei e correre in luoghi isolati. Usare la cyclette e fare gli esercizi che si possono fare al chiuso. Manca la palla, ma quando tutto sarà finito in 15 giorni si potrà recuperare. Del resto sono tutti nelle stesse condizioni».

Dopo quello su Berruti, Luciano Bertello sta preparando un libro su Bertola che uscirà in autunno. «Era ora che toccasse a me» scherza il campionissimo del balon.

A ottobre si invertiranno le posizioni rispetto a Grinzane Cavour: Bertola sarà seduto al tavolo dei relatori, Berruti fra il pubblico per riproporre, solo a parole ormai, quel duello che ha sportivamente «infiammato» gli sferisteri.

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