Molte le società mantovane che sponsorizzano Tommasi

Castellaro, Solferino, Cereta, Ceresara e Castiglione per il cambio di presidenza.

Cavrianese e Guidizzolo contro. Cartapati: "Damiano comunque in consiglio".

La notizia della possibile candidatura alla presidenza della Federtamburello di un nome altisonante come quello di Damiano Tommasi ha acuito sempre la sempre più palpabile distanza tra le due fazioni, una a spalleggiare il presidente in carica Edoardo Facchetti, l'altra a spingere la figura del nuovo che avanza. Ma quale vantaggi porterebbe un ulteriore diatriba a un nobile decaduto e tristemente destinato a lottare per la propria sopravvivenza come il tamburello?

"Nessuno ovviamente. Conosco Damiano e posso dire che è una persona squisita. Il suo ingresso nel gruppo dirigenziale è un'occasione da non perdere, sarebbe un'aggiunta dal valore inestimabile da realizzare al più presto". A parlare è il tecnico del indoor campione d'Italia del Castellaro Mario Bellini, legato a Tommasi per aver condiviso  esperienze di volontariato nelle carceri veronesi di Montorio. "Io stimo Facchetti, penso che in questi anni abbia svolto un buon lavoro. Ma Tommasi ha un passato importante da atleta e da dirigente e con le istituzioni, il Coni e i media potrebbe far valere questa importanza, contribuendo non poco alla crescita del movimento". Movimento che come è tristemente risaputo viaggia ben lontano dagli antichi splendori. Numeri alla mano la presidenza Facchetti non sembra aver arrestato la moria di squadre iscritte, comunque in atto ben prima del suo insediamento. Delle quasi 180 società spalmate su tutto il territorio nel 2005, ora ne mancano all'appello 61, più di un terzo del totale.

Ma i problemi non si fermano certo qui per uno sport che pare essersi catapultato ai giorni nostri con una macchina del tempo, quasi anacronisticamente. "L'ipotetica presidenza di Tommasi non cambierebbe nulla - precisa Bellini - perché non deciderebbe niente, c'è un consiglio federale per quello. Con analisi adeguate e un gruppo di lavoro credibile alle spalle si può però individuare cosa non va e metterci una pezza. Sarei felice di vedere Tommasi presidente, ancora di più se lui ed Edoardo trovassero il modo doi collaborare e lavorare in sinergia".

In casa dell'altra big, il Solferino, il pensiero di Mario Spazzini è come sempre schietto. "Sono tante le motivazioni che ci hanno portato in questa situazione, i primi da biasimare siamo noi stessi. Ma dico io, visto che Facchetti non ha fatto male in questi ultimi anni, perché Tommasi non accetta di fare qualche anno al suo fianco prima di diventare presidente? Porterebbe vantaggi a tutti. Comunque penso che Tommasi porterebbe idee interessanti a partire dalle scuole tamburello, fondamentali per riavvicinare i giovani a questo sport".

Cereta, capitanata da Luigi Bertagna (uno dei sostenitori più accesi) e il Ceresara di Fabrizio Pezzini hanno apertamente dichiarato l'appoggio a un'eventuale discesa in campo dell'ex centrocampista di Roma e nazionale.

Stesso pensiero per il presidente del Castiglione Mario Margoni: "Nonostante credo sia ingeneroso tentare di fare fuori uno come Facchetti, voluto fortemente qualche anno fa, dico anche che non è piaciuto il comportamento della federazione in alcune decisioni prese contro la maggioranza. Inoltre è stato dato poco risalto alla nostra provincia, trascinatrice della massima serie e di tutto il movimento. Dovessi votare appoggerei Tommasi".

C'è poi il partito degli indecisi che propendono per l'ex tecnico del Medole campione d'Italia, in testa Cavriana e Guidizzolo con i presidenti Oscar Tondini e Claudio Bertasi in coro: "A prescindere dalla caratura del personaggio Tommasi che non discuto, non sono così convinto su tempistiche e passione messa in campo". E se vogliamo dirla tutta, Facchetti non mi è dispiaciuto".

Per il presidente lombardo Enzo Cartapati, Facchetti si è meritato la riconferma: "Tommasi è un'ottima figura ma l'esperienza di Facchetti è positiva, non credo si debba cambiare. Ha avuto merito di ravvivare un campinato già deciso a marzo". L'ideale sarebbe coinvolgere Tommasi nel direttivo. Se poi, come si sente dire, è un problema chi farà il presidente. Alzo le mani".

E forse qui si centra il punto. Bianco o nero, destra e sinistra, o con noi o contro di noi. Troppo spesso spinti da pregiudizi o motivi personali. Ma il Covid senza dubbio metterà ancora più alla prova le resistenze delle società. E allora si faccia qualcosa, le elezioni del 12 febbraio sono ancora distanti: un passo avanti da una parte, un passo avanti dall'altra, insieme per il bene del tamburello.

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