Lo spareggio di Ghisalba

Lo spareggio di Ghisalba in foto l'Enal Ovada

Il 1976 è stata una delle annate tamburellistiche più entusiasmanti per la squadra dell’Enal Ovada, anche se poi si è conclusa con l’amaro in bocca per la “beffa” dello spareggio di Ghisalba, rimasta nella storia.

Dopo che gli ovadesi avevano battuto i campioni in carica del San Floriano, sia negli incontri di campionato che nel Torneo di Ferragosto, hanno dovuto ammainare la bandiera proprio nella partita più importante, in quel terribile pomeriggio del 10 ottobre sul campo bergamasco. Dopo aver avuto addirittura quattro punti di vantaggio in classifica, gli ovadesi si fecero recuperare dai veronesi e, persino superare, al punto che la gara di ritorno a San Floriano divenne decisiva per un possibile riaggancio in vetta. Gli ovadesi dominarono gli avversari e lo Scudetto si sarebbe assegnato con uno spareggio. L’incontro decisivo non fu favorevole all’Ovada, il quotidiano Stampa Sera, per l’occasione, titolò: “L’Ovada regala un altro Scudetto”, mentre significativo è stato il commento di Marco Sanazzaro: “Il tamburello archivia la stagione 1976 confermando in carica i campioni del San Floriano. La decisione si è avuta nel Bergamasco, a Ghisalba, un assolato campo di Serie B, il paesaggio è un po’ lunare di una cava di ghiaia. Lonardi San Floriano ed Enal Ovada, vi hanno disputato quello che i giornali definirono ‘l’incontro del secolo’, ma Ghisalba non si è mossa. E’ stata invasa da centinaia di auto e pullman targati Verona, Mantova, Alessandria, Asti, Trento ed appena si è chiesta perché. Poi è tornata a vivere la sua vita di piccolo borgo rurale, con il Parroco che amministrava battesimi sotto la volta della chiesa enorme, sull’altro lato della piazza, quattro attivisti del PCI, cravattati di rosso, a mandare in onda musichette per un Festival de L’Unità formato ridotto. La tradizione tamburellistica non si inventa nel giro di ventiquattro ore! 

Il tamburello? Forse ci hanno detto qualcosa nei giorni scorsi: ci sembra vengano a giocare due squadre da fuori’, ha commentato impassibile la gente del bar principale dove vi è anche il posto di telefono pubblico.

Quelli venuti appositamente erano tutti intorno al campo, ad assistere alla partita più incredibile della stagione. Si era arrivati allo spareggio per la assegnazione del titolo, ma la maggior parte dei presenti pronosticava un successo per l’Enal Ovada. Ed invece l’Ovada incappa in una giornata storta di Luciano Policante, proprio lui, sempre così regolare, e regala al San Floriano il secondo Scudetto consecutivo. Una brutta sconfitta per i piemontesi, che hanno concesso agli avversari una superiorità che non hanno. Tra gli ovadesi molto contrariato è Aldo Marello, ed ha tutte le ragioni di esserlo. ‘Mi gira l’anima perdere così’, sbotta. Anzi, non dice proprio così ma la frase originale non può essere ripetuta. Però non accusa i compagni, non dice di aver giocato da solo: comprende, mugugna e tace”.

Per la verità, a tacere è anche la dirigenza ovadese, mentre tra i sostenitori, neanche tanto velatamente, si tende a dubitare sul perché della disastrosa prestazione del forte Luciano Policante. Una risposta certa non verrà mai data, ma, a scanso di equivoci, il giocatore, nella stagione successiva, non vestirà più i colori dell’Ovada.

 

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