Una delle ultime formazioni del Bala club di Mombello di Torino. Il gioco durava da un secolo

Era un campo invidiato da tutte le squadre che praticano il gieugh dla bala, il tamburello. Ma da quasi due anni è abbandonato a se stesso: la superficie è solcata dalle tracce di autoveicoli e mezzi pesanti, le erbacce crescono rigogliose. Il paese sta così perdendo il suo impianto sportivo più prestigioso.

L'anno scorso il Bala Club, la squadra locale, ha appeso al muro i tambass, i tamburelli. Al termine di un campionato di D disastroso, con i mombellesi settimi su nove, il capitano Claudio Berruto e gli altri giocatori hanno deciso di interrompere una tradizione che in paese durava da più di un secolo: "Non avevamo rincalzi, i "vecchi" come me o mio fratello Ezio non erano più in condizione, c'erano problemi di tempo legati al lavoro e alla famiglia. E poi non c'era appoggio dal punto di vista organizzativo: della manutenzione del campo ci occupavamo noi della squadra, come pure di tutti gli aspetti burocratici".

Le squadre avversarie giocavano volentieri a Mombello "Perché era un bel campo, costruito apposta per questo gioco, con un ottimo drenaggio: mezz'ora dopo la pioggia era già agibile. In precedenza si giocava in piazza Mazzini, quando era ancora sterrata".

Non avete pensato di offrirlo ad una squadra dell'Astigiano dove il tamburello è più praticato, per fare in modo che lo sport resti comunque in paese? "In passato se n'era parlato, c'erano state squadre che si erano fatte avanti. Chi gioca poi fa la manutenzione che gli serve: ma in questo caso ci sarebbero stati dei lavori da fare". Tipo? "Livellare il fondo, eliminare le erbacce, tendere le reti a fondocampo. Qulacosa abbiamo fatto noi per l'amichevole della festa patronale".

Sulla vicenda interviene anche il sindaco Vincenzo Verbena: "Ha senso spendere soldi per il campo solo se c'è qualcuno che lo usa. Altrimenti abbiamo altre priorità".