Più che un appello all’orgoglio del movimento del tambass è un atto d’amore quello che trapela dalle parole di Giulio Griffi.
Imprenditore già alla guida del Montemagno nel millennio scorso e tornato tra i bastioni quest’anno, riscoprendo un mondo cambiato, forse non in meglio. «Il muro è lo sport più vecchio e caratteristico della nostra zona, si gioca nelle piazza o in zone caratteristiche del paese (vedi Moncalvo). Per questo il muro deve ritornare alle origini, la Federazione deve essere presente ma anche comprendere che il tamburello del Monferrato è il muro. Specialità diversa da quella che si gioca negli altri sferisteri d’Italia, più folcloristica, più genuina e che coinvolge la passione e la rivalità tra campanili vicini. E’ ipotizzabile che tutti questi commenti ci sarebbero stati se la querelle fosse fra noi e un paese veneto o trentino?». La domanda che si pone Griffi, concludendo: «alla Federazione il compito di creare e portare avanti il movimento tamburello (negli sferisteri, nelle palestre ecc.). Il muro siamo noi tutti con le nostre contraddizioni e con le nostre rivalità anche feroci e a volte senza esclusioni di colpi, ma subito dopo tutti intorno ad un tavolo a mangiare un piatto di agnolotti e bere un bicchiere di vino (anche quello della nostra zona!)».