Il fair play di Luca Vergnasco

Luca Vergnasco combattivo terzino del Rocca ed attaccante del Casale 1909 (foto di Pier Giuseppe Bollo)

Non avendo risorse necessarie per l’acquisto dei diritti audiovisivi della Finale del Muro 2025 la parte del leone l’ha fatta la narrazione della festa scudetto del Grazzano come da tradizione improvvisata ma ben organizzata.

In ottima compagnia tra i potenziali acquirenti a partire da Claudio Galletto curatore della comunicazione di Mazzetti d’Altavilla che fattura milioni, il professionista Franco Longo immaginandolo partire da Mezzolombardo per intervistare il Gallia di turno, l’inossidabile Beppe Baldini il re della documentazione con un super streaming della Finale Open peccato non abbia ripreso l’intera manifestazione, la curiale Gazzetta d’Asti, la dinamica Voce d’Asti, la novità del Corriere di Alessandria alla scoperta della disciplina.

Nelle varie dichiarazioni dalla cena della "vittoria" è stata più volte citata la parola “sportività” e riassume bene il social media manager della società nero-oro Nicolò Li Causi come viene percepito dall’esterno la squadra con un misto di ammirazione e rispetto ma vi è anche una frangia di invidia e di rancore.

A detta di molti tra semifinali, spareggio e finale la persona che per antonomasia può essere definita "sportiva" nel senso letterale del termine è il giocatore del Rocca d'Arazzo, Luca Vergnasco il quale su esplicita richiesta dell'arbitro ha ammesso di aver toccato la linea di mezzeria del campo ribaltando la decisione già presa, passando da un incoraggiante 7-8 ad 6-9  - 3 per la sua squadra che nell'economia della partita aveva un aspetto ben diverso. Non è un caso che Vergnasco arrivi dal calcio, più è alto il livello di cultura sportiva e maggiore è la correttezza e l’aiuto al direttore di gara vedasi i campioni del tennis che spesso cambiano decisioni a loro favore. 

Vicinanza ai nostri arbitri spesso avanti con gli anni chiamati per sbarcare il lunario a dover tenere a bada l’energia dei trentenni e di un pubblico fazioso. Da lontano si chiamano i grandi fotografi perché non si investe nel ringiovanimento della categoria?

Sono mancate altre manifestazioni di "fair play" anche se le occasioni c’erano a cominciare da quanto avvenuto alla premiazione, pareva di essere alle finali del campionato libico di calcio svoltesi nei giorni scorsi in Brianza.

Tornando alla festa gli aspetti folcloristici rimangono fedeli nei tempi individuando nel Moncalvo la grande rivale. Sorridono i vicini consigliandoli di cambiare paese.  “Sono rimasti al passato e come pensare  se un tifoso dell'Inter, Milan, Juve cantasse "chi non salta di Vercelli è”. Stabili gli sfottò agli oriundi Soffientino mentre Andrea Morrone e Maurizio Francia sono passati tra i benefattori avendo letto tardi la giornata infelice di Vittorio Fracchia e la necessità di mettere dietro il sempreverde Davide Tirone e Samuel Valle in mezzo.

Tra le note liete federali il ragionare da grande sport oltre la vendita del diritti televisivi il puntare sullo streaming facendo diventare residuale la presenza del pubblico. Anch’io come Franco Binello mi sono emozionato seguendo la finale dal computer apprezzandone la qualità e la competenza dove l’amico di vecchia data Alberto Bicocca ha dato da giocatore sfumature aggiuntive. Spero vivamente si estenda la trasmissione in più partite possibili. 

Non dimenticherò presto questa finale dove rimarranno  a livello di Tambass pietre miliari come l’articolo di Binello sullo spirito del muro alla Sandro Vigna (se uno ha fatto la squadra forte io provo a batterlo con una ancora più forte), quello di Marika Oldani da affiggere in ogni angolo di Monferrato, le statistiche di Roberto Carretto con i numeri a dare forza alle idee, le foto di Claudio Varaldi evviva qualche nome nuovo.

 

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