Una foto di Renzo Bottero sindaco di Ovada negli anni Ottanta
Non era tipo di molte parole, Lorenzo Bottero. Ma era un uomo che sapeva osservare, cogliere le sfumature, parlare (e scrivere) al momento giusto. Ex sindaco di Ovada, esponente di spicco del Pci locale negli anni ruggenti del partito e soprattutto giornalista, tra i decani della provincia e storico corrispondente di zona per La Stampa, Renzo, come lo chiamava chi lo conosceva bene, se n’è andato nella tarda mattinata di ieri a 87 anni, in una camera dell’ospedale dov’era ricoverato da un paio di giorni.
Non erano stati mesi facili, gli ultimi, per lui. La salute gli aveva già fatto lo sgambetto una volta ma Bottero era riuscito a riprendersi, senza perdere la sua sagacia e la sua ironia pungente. Nato nel ’31 in una famiglia di contadini, dopo il diploma d’avviamento aveva iniziato a lavorare subito come «daziere», pedalando in sella alla sua bici tra i paesi dell’Ovadese.
Ma la sua passione era scrivere. Iniziò da ragazzo all’Unità, come corrispondente di zona, e non si fermo più, approdando al glorioso «Il Lavoro» di Genova, con cui collaborò per moltissimi anni. Ma l’amore per uno sport che in zona, allora, aveva più tifosi del calcio, il tamburello, fece finire i suoi «pezzi» anche su Tuttosport e alla Rai. Del tamburello conosceva ogni segreto, sul campo e negli spogliatoi, e ne scriveva con maestria e spirito critico.
Per La Stampa l’ha fatto fino a circa un anno fa. Al giornale, Renzo era arrivato negli anni ‘70 (il collega e amico Bruno Mattana, scomparso un anno fa, era al Secolo XIX) e ne rimase la firma di riferimento sul territorio per circa tre decenni. Con la parentesi della sua carriera politica, quando posò la penna. «Più che un politico, però, mio padre era un amministratore con forte senso del dovere» ricorda il figlio Mirco.
Sindaco della città per il Pci dal 1980 all’85, iniziò un secondo mandato da cui diede dopo poco più di un anno le dimissioni per fare posto a Franco Caneva. «Renzo - ricorda il sindaco di oggi, Paolo Lantero - è stata una persona, ma anche un politico, di grande correttezza e rettitudine».
Dopo Palazzo Delfino, entrò nell’organo di garanzia Coreco e fu presidente del Consiglio dell’ospedale. Oggi era direttore responsabile della rivista dell’Accademia Urbense, «Urbs». Bottero lascia i figli Mirco e Lorella, con i coniugi, il nipote Elia e la moglie Annita. Il rosario si terrà domani alle 20 nella parrocchia dell’Assunta, funerali martedì alle 10 nella stessa chiesa.