Festa di Dante Ongaro

Confesso: avevo promesso di non interferire con il programma di Luigi, creatore e factotum del sito più interessante del mondo tamburellistico, ma per l'occasione non posso esimermi dal commentare personalmente una giornata "particolare", come avrebbe impeccabilmente definito un abile regista come Ettore Scola.

Un momento fuori tempo che ho vissuto, anzi abbiamo vissuto a Capriano del Colle, a pochi chilometri da Brescia, per onorare e festeggiare un grande giocatore come Dante Ongaro, figlio di questa terra che i monferrini hanno potuto ammirare a Moncalvo agli esordi di quello che fu definito come l'inizio del boom del tamburello nostrano.
Correva l'anno 1967 quando gli aleramici corsero ai ripari accaparrandosi il fuoriclasse bresciano per contrastare lo strapotere libero-muro dei grandi club nostrani come Castell'Alfero, Portacomaro, Murisengo e Codana: da noi era quasi uno sconosciuto ma già aveva alle spalle una carriera invidiabile, con poche uscite oltre l'area lombardo-veneta. Invece Dante stupi tutti, anche i più scettici, prendendo subito confidenza con gli "strambi" muri locali sino ad ergersi come personaggio indispensabile per la crescita del tambass nazionale. Prosegui la sua permanenza nel suol d'Aleramo per un altro anno poi, quando per discutibile decisione vennero aboliti i campi con l'appoggio, decise di ritornare nei patrii lidi per continuare la sua storia difficilmente ripetibile. Ebbene i suoi compaesani hanno deciso di festeggiarlo, domenica scorsa 25 novembre, con una giornata a lui interamente dedicata. Siamo partiti da Asti il mattino presto, Angelo Uva, Luigi Musso ed io, invitati per l'occasione da Matteo Ravarini, vero organizzatore dell'evento, autore di un libro uscito per la circostanza, al quale ho partecipato con gioia descrivendo in poche righe la sua permanenza e la scia di entusiasmo che ancora gode alle nostre latitudini. Alle 9.30 eccoci in loco, ospitati per un piccolo aperitivo a casa del festeggiato.

Poi pian piano sono arrivati gli altri ospiti illustri Luigi Pagani, Franco Recagni, Renzo Tommasi, Vittorio Bosio e tanti altri tra i quali Fracassi e l'altro Ongaro, che intempi lontani sono stati giocatori anche dalle nostre parti. Un pranzo sontuoso che qui chiamano " Lo spiedo" ha iniziato la cerimonia tra pacche sulle spalle, auguri e complimenti al Dante, visibilmente commosso dalla riconoscenza dei suoi compaesani entusiasti e stupiti anche per la presenza di tanti fuoriclasse che hanno lasciato un'impronta indelebile nel calendario tamburellistico nazionale, tutti stretti attorno a Lui che mai avrebbe  immaginato una simile apoteosi. Poi durante il convivio, ecco la presentazione del libro, vergato e firmato dai big di turno e distribuiti ai presenti davvero su di giri. Si attendeva anche l'arrivo di Petroselli accasatosi proprio a Capriano, ma indisponibile per questioni sportive locali. Molte riflessioni, da parte mia, sopratutto in merito all'affetto che i compaesani hanno riservato al loro particolare fuoriclasse, da noi difficilmente riscontrabile per motivi difficilmente spiegabili: gioia, affetto, entusiasmo e calore alle stelle hanno accompagnato tutta la cerimonia: applausi scroscianti ed intensa commozione, con la genuina sensibilità tipica di quelle zone da parte di persone che trovano in questi frangenti un'occasione di puro e sano divertimento sull'onda di uno sport "minore" come il tamburello, che dopo un periodo di oscurantismo sta nuovamente riscostruendo una sua immagine, riscoprendo un valore ancestrale che sembrava spento e che ora sta trascinando tante altre iniziative che vogliono riportare in alto un blasone sportivo che sembrava irrimediabilmente estinto.

Un grazie personale per la lezione di vita con un particolare ringraziamento al già citato Matteo Ravarini, al quale vatutta la mia ammirazione per quanto ha saputo preparare, naturalmente grazie ad una popolazione eccezionale che ha dato tutto per essere competitiva anche dal punto di vista della generosità, che solo un paese unito è capace di dimostrare. Auguri Dante .....e grazie a tutti i caprianesi (spero di chiamino così i personaggi di questa bellissima enclave tamburellistica). Cerot alias Aldo Marello

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