Giancarlo Marostica detto "l'Airone del tambass" (in foto col figlio Marco effettivo del Grazzano)
L'ex campione del tambass ha seguito dalla tribuna Vignale - Montemagno. Ecco i suoi giudizi.
Tra i "promossi" di giornata i vignalesi Ulla e Tibaldero. Sappa ha fatto il suo con diligenza: buono ma non match winner. Fisicamente forse un po' debole
Giancarlo Marostica firma il “pagellone” dopo esser stato spettatore al big match del “Porro” in cui il Montemagno si è inchinato al Vignale, rimediando il primo k.o. di una stagione finora quasi perfetta (tredici vittorie e due pari). L’ingegnere che fu “Airone” negli sferisteri (campione a Montemagno nel 1989 e ’91) ha voluto tracciare un personalissimo commento sui protagonisti del match, usando accetta e cesello. Tanti promossi e qualcuno dietro la lavagna.
Il trascinatore
Per Vignale Ulla è stato migliore «turbodiesel». «Tibaldero match winner dopo averne fatte di tutti i colori all’inizio: ancora acerbo, ma con carattere, gambe e testa assai buone. Volpe buono alla fine più che all’inizio: segue la corrente ma non conduce la squadra come dovrebbe fare una spalla forte. Terzini modesti, ad esser buoni. Dirigenti altrettanto».
I grandi sconfitti
E poi la lente si focalizza tutta sul Montemagno a cominciare dal suo uomo simbolo. «Alberto Botteon è stato il migliore - sentenzia l’ex campione - ma ha mostrato i suoi limiti: pochi falli, ha martellato tutta la partita ma non ha fatto il gioco che doveva (forse non gli è stato spiegato?), come sempre un po’ egoista. Attenuante importante è la scarsa conoscenza di un campo in cui è facile giocare ma difficile vincere. E’ fondamentale, se non gioca lui tutti a casa e quindi bisogna trovarne il verso senza forzare troppo. Molino insufficiente, perché conosceva il campo e di palle giocabili ne ha viste molte, ma concluso poco. Forse farlo giocare qualche trampolino spalla con Botteon al largo e Stella in mezzo gli avrebbe consentito di digerire il rospo e scaldarsi. I giovani hanno bisogno di tante palline, prima di entrar in partita. Ma senza i suoi “15” le finali non si vincono». «Sappa ha fatto il suo con diligenza, ma non è lui a dover vincere le gare. Fisicamente mi sembra un po’ debole, Botteon dovrebbe aiutarlo, lasciandogli meno palle al salto e battendo qualche trampolino. Però mi è piaciuto l’atteggiamento, ha dato tutto ciò che aveva” la promozione per l’alferese. «Stella terzino appena sufficiente, in altri ruoli non ha avuto spazi: io non sono un fanatico dei cambi (probabilmente sbaglio), ma secondo me è un jolly molto valido a cui va data fiducia, quando la squadra non gira. Savio buono: sa il fatto suo ed è tranquillo» conclude Marostica per spostarsi poi sul direttore tecnico. «Fulvio Natta infonde molta carica, ma a 52 anni dovrebbe darsi una calmata e non dire e fare cose che lo portano nel torto. Mi sembra che patisca un po’ troppo le critiche e debba ancora dimostrare qualcosa a se stesso, prima che agli altri. E’ molto appassionato e spero che la squadra ne venga contagiata (Botteon non credo, magari Molino)» conclude Giancarlo Marostica, 62 anni. «Montemagno è più forte di quanto non credano. Ora debbono solo rilassarsi in vista delle partite che contano. So che è facile dirlo, ma è ciò che penso. Hanno fatto un gran campionato, è la squadra più completa, un grande giocatore e la finale in casa. Cosa voler di più?!» sentenzia l’Airone.