Nuvole sui campionati. Primavera amara per il tamburello

Vittorio Fracchia, capitano e leader del Grazzano, campione italiano di tamburello a muro.

Contagiato dal Covid anche il presidente federale Facchetti. In Monferrato resta la grande incertezza sull'avvio del torneo a muro

Sboccia a primavera per rendere calde piazze (e sferisteri) nelle giornate d'estate. E' il tamburello sport di nicchia che nelle sue declinazioni, open e muro, vive lontano dalle metropoli ma rende grandi vestendole addirittura con il tricolore le piccole realtà di provincia. Disciplina che al pari di tutto lo sport è stato fermato dal coronavirus, anzi ha rimandato a data da destinarsi il primo fischio d'inizio. Virus che ha messo a letto il numero uno della Federtamburello nazionale, il bresciano Edoardo Facchetti, oltre ad aver riposto nei borsoni palline e tamburelli. Attrezzi che i campioni di questo gioco antico e popolare hanno impugnato in questi giorni per registrare video di incoraggiamento dedicati proprio al presidente federale, ricoverato in ospedale. Stagione agonistica che in queste settimane avrebbe dovuto prendere il via ma su cui ora vi sono tante incognite. 
Non ne fa mistero Mimmo Basso, presidente della Federtamburello Asti ed alla guida del Comitato che organizza il campionato a muro: «Utopistico fare previsioni, azzardato non solo indicare l'eventuale avvio dell'attività ma anche riunioni per rimodulare la stagione». Il virus infatti ha toccato pesantemente negli altri territori cari al tamburello come Bergamo, Brescia e Verona. La serie A open maschile sarebbe dovuta partire lo scorso fine settimana, addirittura sette giorni prima il torneo cadetto. Senza dimenticare la A femminile il cui avvio era originariamente previsto ad inizio aprile. Attendeva il via già domenica scorsa pure il massimo campionato di tamburello a muro, una realtà tutta piemontese, anzi propria del Monferrato con nove sorelle a giocarsi lo scudetto del «tambass». 
«Molti dubbi per la A open che coinvolge territori duramente colpiti. Stagione che sarebbe finita a settembre ed uno slittamento richiederebbe una rivoluzione della formula» chiosa Basso. Categoria che vedeva al via per il quindicesimo anno consecutivo l'alessandrina Cremolino. Mentre in B onore piemontese nelle mani della "matricola" Rilate, con testa a Montechiaro e campo a Chiusano.
I due quintetti regionali in caso di annullamento dei campionati nazionali potrebbero venire coinvolti in competizioni regionali così da evitare un anno forzatamente sabbatico. «Tutte congetture spinte dalla speranza di non vedere trascorrere una stagione priva del nostro amato sport, che ha pure una valenza sociale nei centri che coinvolge» annota il dirigente astigiano. Rischia forse meno il tamburello a muro il cui cuore monferrino potrebbe rendere meno problematica la ripresa. «Ovviamente bisognerà rivedere la formula, quando si avrà la certezza di poter riprendere l'attività. Scordiamoci la tradizionale finale di inizio agosto. Non so quanto fattibile sia invece una sfida scudetto ad autunno inoltrato. Resta forte la voglia di giocare». Così pur di non perdere l'annata si potrebbero valutare formule allargate che non dimentichino serie inferiori a carattere regionale. 

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