Intervista ad Alessandra De Vincenzi (resp. settore femminile)

6  DOMANDE A… ALESSANDRA DE VINCENZI (RESPONSABILE SETT. FEMMINILE)

 

  1. Alessandra, puoi fare un bilancio sul quadriennio trascorso come responsabile del settore femminile?

    Bilancio assolutamente positivo. Sono stati 4 anni faticosi, pieni di impegni, ma allo stesso tempo bellissimi.

  2. Immagino che le soddisfazioni più grandi siano state le vittorie dell’Europeo e del Mondiale alla guida della Nazionale Femminile?

    Ce ne sono tante, le due che hai citato sono state sicuramente le più evidenti. Sono stata fortunata, ho avuto la possibilità di scegliere in mezzo a tante ragazze di talento. I due gruppi che abbiamo selezionato si sono dimostrati vincenti soprattutto nel carattere e nel loro voler mettersi a disposizione senza individualismi, pensando unicamente alla Squadra. Credo molto in questa filosofia: “si può essere fortissimi individualmente ma da soli non si vince”.

    Comunque le soddisfazioni più belle in questi anni le ho avute in termini di rapporti umani, ho conosciuto tanta gente, collaborato con tante persone, ho avuto la possibilità di fare esperienze bellissime e questo, a di là delle medaglie, è il vero valore aggiunto che mi ha dato il Tamburello.

  3. A chi hai dedicato la vittoria del Campionato del Mondo?

    Non ci avevo mai pensato ... idealmente la dedico a tutte quelle bambine che hanno appena iniziato a giocare affinché un giorno possano indossare la maglia azzurra ed emozionarsi nel sentire l’Inno d’Italia ed a quelle ragazze che hanno appeso il tamburello al chiodo, con la speranza che un giorno possano ritornare sulla terra rossa. Senza dubbio è la vittoria di chi crede nel settore femminile, di chi ha cresciuto sportivamente queste ragazze e dei loro allenatori che le han prese per mano ed insegnato loro sacrificio e passione.

  4. Secondo te su quale aspetto occorre lavorare nell’immediato affinché il tamburello si diffonda maggiormente a livello femminile?

    La parola magica è: sinergia. Il Tamburello funziona, sopravvive e si diffonde dove c’è collaborazione tra la Società sportiva, chi ne fa parte, gli organi federali e soprattutto le istituzioni del territorio (come il Comune). Senza questa cooperazione, quando il fardello cade sulle spalle di una persona sola, non c’è futuro o almeno è molto limitato.

    Ti faccio l’esempio di una (non me ne vogliano le altre) delle tante realtà concrete sotto questo punto di vista: Ceresara (MN). Dalle istituzioni, ai genitori, alla società, sono tutti focalizzati sul tamburello ed hanno saputo creare un gruppo attivo su tutti i fronti.

    A livello federale, ma ancor più a livello locale, dobbiamo spronare questi “attori” a collaborare fra loro.

  5. La stagione appena conclusa è stata ricca di vittorie anche come giocatrice del Viarigi Feliciani in serie B. Ci racconti quella che più ti ha emozionato? Posso dirti che sicuramente la più emozionante è stata la finale scudetto per il titolo di Serie B a Muro giocata a Tonco in notturna, ennesimo derby contro il Viarigi Roma, tanto pubblico e partita conclusa a nostro favore solamente ai trampolini.

    Il 2016 avrebbe dovuto essere per me un “anno sabbatico” lontano dal tamburello giocato ed invece, per una serie di combinazioni, si è trasformato in un “anno d’oro” grazie alle ragazze del Viarigi Feliciani che mi hanno coinvolto nel loro progetto.

  6. Programmi per il futuro?

    Domanda difficile. Per il momento mi dedico all’indoor, agli amici ed alla famiglia...

    Se avrò ancora la possibilità di occuparmi del settore femminile mi piacerebbe sviluppare alcune idee che in questi anni sono rimaste nel cassetto ma se ciò non dovesse accadere, sarei davvero felice di lasciare il posto a qualcun altro perché auguro a chiunque di poter vivere un’esperienza come la mia.

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