Il tamburello diventa 2.0 ma resta “made in Asti”

Il laboratorio tonchese che ha creato Cobra cambia proprietario. L'azienda ripartì nel 1997 (Damonte acquistò il marchio dal torinese Raviglione, partner ufficiale del grande Castelferro). Il passaggio dal fondatore Mauro Damonte con i fratelli Antonio e Valerio Surian di Castell’Alfero

Cobra è il sibilo del tamburello. Quello che scaglia la pallina la dove non riesce ad arrivare l’avversario. Nome pronto a scrivere una nuova pagina di una storia nata vent’anni fa. Ingegno e passione che restano «made in Asti» nell’evoluzione 2.0 della costruzione dell’attrezzo di uno sport tradizione tra le colline. Nuova grafica, più essenziale, ma il serpente è pronto a pungere. Passaggio di consegne al laboratorio tonchese di via Milani a pochi passi dallo sferisterio «Beretta» dove il fondatore Mauro Damonte, 66 anni, sta cedendo il testimone ad Antonio e Valerio Surian di Castell’Alfero. «Da tempo stavo cercando la possibilità di dare un futuro al marchio, avvicinandomi alla pensione» precisa Damonte che i primi esperimenti fece nel 1996 per dare il via all’azienda l’anno successivo. 

Produzione record
Il record di produzione nel 2008 con circa 6 mila tambass. Quasi 100 mila in vent’anni di Cobra. «E’ un’attività imprenditoriale ma alla base c’è la passione per questo sport. Unita ad abilità artigiane» rimarca il fondatore. Identikit che risponde appieno ai fratelli Surian. Il maggiore Antonio, 56 anni, è anima della società tamburellistica di Castell’Alfero, presidente e allenatore. Il più giovane Valerio, 47 anni, ora si sta allenando nel forgiare i tamburelli «griffati» Cobra. «Con questa attività vogliamo diversificare e ampliare la nostra azienda» interviene Antonio Surian col fratello alla guida della Esse Fabbri, impegnata in costruzione metalliche con sede in località Stazione a Castell’Alfero. Qui tra qualche mese traslocherà Cobra Tamburelli. 

I progetti
«Nei nostri progetti c’è la volontà di far riscoprire un marchio che in tanti ricordano, offrendo un attrezzo moderno» annota Surian , precisando che ogni tamburello porterà impresso sia peso che tiraggio della tela. «Si va sempre più verso la personalizzazione dell’attrezzo anche dal punto di vista tecnico oltreché grafico, tanto che ogni disegno potrà essere stampato sulla tela. Originali e differenti anche le impugnature» annota Marta Surian, 26 anni  figlia di Antonio, che nell’impresa di famiglia si occuperà di questo settore, unitamente alla parte social ed al sito internet di prossima attivazione. «Canali utili a far conoscere ad un pubblico sempre maggiore i tamburelli Cobra, varcando gli sferisteri piemontesi pronti a far concorrenza agli altri marchi. Ma primo obiettivo sarà riconquistare tanti estimatori nella specialità a muro» concludono i Surian.

«Quell’attrezzo impugnato dai campionissimi»

«E’ stato il mio primo tamburello, impugnato quando avevo 6 anni». E’ il ricordo di Alessio Monzeglio, campione open e muro. Uno dei tanti che schiacciava a terra i «15» usando il tambass Cobra. Ma l’elenco prosegue nei ricordi di Mauro Damonte. Hanno impugnato il Cobra la leggenda del muro Emilio «Milio» Medesani ma anche il campione Beppe Bonanate per passare a Fulvio Natta altro asso dei bastioni così come Alberto Bicocca che lo ha accompagnato nei suoi trionfi tonchesi. Non è stato esente dal fascino del Cobra Aldo «Cerot» Marello. Il Cobra 2.0 conterà una linea di cinque modelli: dal più leggero e diametro inferiore Junior per il settore giovanile fino al King con massima tiratura. A dividersi l’intero mercato nazionale, fornendo strumenti per tutte le specialità (indoor, open, muro e tambeach), ci sono altre quattro aziende. In Piemonte c’è Intra, piccola realtà nata pochi anni fa a Monale. I «colossi» sono più ad Est, A San Floriano nel veronese l'azienda leader Giacopuzzi mentre nella mantovana Monzambano nascono i Superjolly, invece a Costa Di Mezzate (Bergamo) opera da oltre trent’anni Europlast della famiglia Pagani, dalla cui azienda escono anche tutte le palline.

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