Giornalismo mantovano in lutto, è morto Leonardo Bottani

Caposaldo della redazione sportiva della Gazzetta, fatale un malore mentre era in auto con la moglie. Aveva 61 anni

Sembra ieri. Soltanto quindici giorni fa: ma un secolo per chi fa questo mestiere e misura il tempo solo in ore. È uscito dalla porta a vetri della Gazzetta con i giornali sotto braccio, con delicatezza, e il sorriso quasi vergognoso di chi sta andando in ferie e si sente in colpa per i colleghi che restano a “vangare”, come diceva lui. Non vedeva l’ora di andare in vacanza con Raffaella, la moglie con cui viveva in simbiosi da diciassette anni. Qualche giro al mare per sentire il profumo della libertà che avrebbe assaporato in pieno con la pensione in arrivo.

Loro due a viaggiare, a fare camminate, a passare, finalmente, qualche serata a cena con gli amici. Come sabato sera. Questo voleva fare, e doveva fare, il Leo. Non morire così, improvvisamente, una sera d’estate. La testa reclinata sulla spalla e fine. “Infarto fulminante” lo ha etichettato il medico. Per tutti quelli che lo amavano, un’ingiustizia che toglie il fiato. Se n’è andato così, senza far casino, delicato com’era lui, Leonardo Bottani, a 61 anni, giornalista della Gazzetta di Mantova, punto di riferimento da più di trent’anni della redazione sportiva. Se n’è andato in auto mentre andava con Raffaella a Pozzolo, a cenare con gli amici sperando di respirare un po’. Il suo respiro invece si è spento improvvisamente. A poche ore dall’anniversario del matrimonio con Raffaella.

Il malore

Una giornata cominciata male, sabato. Raffaella Lelli, ancora sotto choc, ripercorre quelle ore, minuto per minuto, come se volesse schiacciare il replay: tornare indietro e cambiare il finale, con loro due che tornano a casa, si addormentano insieme e la mattina dopo il caffè al bar. Leonardo si era svegliato con un gran male al braccio sinistro, più verso la spalla e la schiena, a essere precisi. «Colpa dell’aria condizionata, abbiamo pensato. Ma il dolore era persistente, molto acuto, così abbiamo telefonato al medico. È un amico, quindi se n’è occupato subito, anche se era sabato. Sembrava una contrattura: gli ha prescritto un medicinale per far passare il dolore». Nel pomeriggio la situazione non è migliorata, si è messo un po’ a letto, ma il male restava. «il medico gli ha detto che in genere passa dopo tre o quattro giorni, quindi ci siamo tranquillizzati, maledicendo l’aria condizionata».

Così hanno deciso di non rinunciare alla serata. Al volante dell’auto si è messa Raffaella, perché Leonardo non si sentiva di guidare con quel fastidio dietro la spalla.

Il crollo

In viale Piave si sono fermati a far benzina «l’ha fatta lui, “non esageriamo” mi ha detto e siamo ripartiti. In viale Piave, improvvisamente, ha piegato la testa sulla spalla e si è come spento. Mi sono gelata. Sono scesa subito dall’auto a chiedere aiuto, si sono fermati in tanti, ci hanno aiutato, poi è arrivata l’ambulanza. Ci hanno provato, anche in ospedale. Non c’è più, e non mi sembra possibile». Accanto a lei, la figlia Valentina, a cui Leonardo, che aveva avuto due figli dal precedente matrimonio, Gianluca e Nicole, era legatissimo.

«Avevamo fatto una vacanza a Milano Marittima tutti e tre insieme, finalmente. Volevamo tornare a Sottomarina, fare dei viaggi. Facevamo tutto insieme da vent’anni, da quando ci eravamo incontrati di nuovo dopo tanto tempo. Da ragazzini eravamo vicini di casa, io ero innamorata di lui, ma, più grande di me, non mi guardava neanche. Pensava allo sport e basta. Ancora oggi amava tantissimo il suo lavoro». Che pallonata nei denti ci hai tirato Leo.

Il cordoglio

I funerali si svolgeranno domani mattina alle 9.30 nella chiesa di Cittadella. Poi la salma sarà tumulata nel cimitero di Santa Maddalena. Ai familiari di Leonardo Bottani le condoglianze e un forte abbraccio da parte dei colleghi della redazione, del direttore Massimo Mamoli, dell’Editore e di tutto il personale del gruppo Athesis.

 

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