6 DOMANDE A… CECILIA DELLAVALLE (PIEESE)
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Cecilia, che giudizio dai alla stagione 2016?
Penso che si sia disputato un buon campionato, ricco di soddisfazioni. Personalmente sono molto contenta dei risultati ottenuti sia in campionato, sia in Coppa Europa anche se, a mio avviso, ci è mancato un pizzico di fortuna per raggiungere traguardi ancor più prestigiosi.
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Cosa hai provato ad aver vinto da protagonista il Mondiale con la maglia azzurra?
È stato un grande traguardo vincere il Campionato del Mondo e sono contenta che mi sia stata data la possibilità di giocare da protagonista la finale. Ringrazio gli allenatori per avermi dato fiducia e per avermi sostenuto durante la partita che è stata tutt’altro che semplice. Avevamo davanti giocatrici molto forti e molto più esperte di noi, ma nonostante ciò ci abbiamo creduto fino alla fine. Ricordo l’emozione mista alla tensione prima di scendere in campo anche perché era qualche anno che non disputavo una finale di tale importanza e la cosa più bella è stata trovare delle compagne, solitamente avversarie, a sostenermi. Questa esperienza è stata preziosa non solo dal punto di vista tamburellistico, ma anche dal punto di vista relazionale, avendo stretto fortissime amicizie.
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Qual è l’episodio legato al tamburello che ricordi con più piacere?
L’episodio più bello è stato la vittoria con la maglia della Monalese in semifinale di serie A 2010 contro il San Paolo d’Argon. Quell’anno avevo fatto, come tutte le mie compagne, il mio esordio in serie A e non avevo grandi aspettative e pretese se non giocare al meglio. In realtà ci siamo ritrovate a disputare prima le semifinali contro una squadra di grandissimo livello come il San Paolo uscendone vincitrici e poi la finale contro la ‘corazzata’ Alegra Settime. Anche se la finale la perdemmo, eravamo davvero soddisfatte per aver raggiunto un traguardo inaspettato ad inizio stagione.
Quello penso sia stato l’anno più emozionante e travolgente non solo per il risultato ottenuto, ma soprattutto perché eravamo un gruppo molto affiatato per prima cosa fuori dal campo e questo penso sia il tassello vincente nel nostro piccolo sport.
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Il prossimo anno giocherai sempre a Piea?
Il prossimo anno la mia avventura tamburellistica proseguirà sempre a Piea perché penso che ci siano le possibilità e le qualità per migliorare e puntare sempre più in alto. In particolare l’ambiente sereno e quasi famigliare della società è un valore aggiunto al bellissimo e affiatatissimo gruppo che noi ragazze, insieme agli allenatori, siamo riuscite a creare e spero che nel 2017 si possano ottenere risultati ancor più importanti.
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Nella prossima stagione la Pieese può impensierire le “favorite” Alegra Settime e Tigliolese?
Sicuramente la prossima stagione sarà molto impegnativa, ma ritengo che la mia squadra abbia tutte le carte in regola per giocarsela al meglio con le favorite. Il fatto che giochiamo insieme già da qualche anno penso possa essere un punto a nostro favore rispetto alle altre squadre che si sono rinnovate.
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Ambizioni\Progetti per il futuro?
Quest’inverno mi cimenterò nuovamente dopo tanti anni nell’indoor con la società Paolo Campora di Ovada. Questa possibilità è arrivata inaspettata, ma era da molti anni che avevo l’ambizione di provare questa specialità del tamburello che mi ha sempre incuriosito e affascinato. Nonostante sia un gioco completamente diverso dall’open spero di esprimermi al meglio aiutata anche dalle mie nuove compagne di squadra. Inoltre ho iniziato da poco a seguire una squadra di bambini e bambine under 8 con la società del Chiusano e nonostante sia un’impresa per nulla semplice ritengo che con il tempo mi darà grandi soddisfazioni. E’ bello tramandare agli altri non solo il gioco del tamburello con la sua tecnica, ma anche la passione che deve essere alla base di qualsiasi attività sportiva si decida di intraprendere.
