L’Araldica conquista mezzo scudetto

Meravigliosa partita tra i due grandi. Alla fine s’impone Vacchetto 11-10 su Campagno. Sabato ritorno a Canale

Pallapugno: quasi duemila spettatori ieri allo sferisterio "Gianuzzi" di Castagnole Lanze (foto di Sergio Miglietta)

È mancato solo il lancio dei paracadutisti dell’Esercito, arrivati da Pisa e costretti a restare a terra perchè il cielo sopra Castagnole Lanze non ha voluto saperne di aprirsi.
Ma lo spettacolo, per la prima delle finali scudetto del balòn, ha ripagato ieri (con gli interessi) l’attesa dei quasi duemila spettatori allo sferisterio «Gianuzzi». Ha vinto la squadra di casa (l’Araldica) guidata da Massimo Vacchetto e che va citata in blocco (Gianluca Busca, Lorenzo Bolla, Emanuele Prandi, con Alessio Monzeglio e il dt Gianni Rigo) perchè anche in quell’11-10 finale (40-15 ultimo gioco) sulla Torronalba Canalese di Bruno Campagno ha prevalso il gruppo, apparso più coeso, degli astigiani. 
È stata - va detto - una meravigliosa partita, uno spot per la pallapugno (rappresentata in tribuna dal presidente federale, Enrico Costa; c’era anche il suo omologo del tamburello, il bresciano Edoardo Facchetti presidente Fipt, con il responsabile della commissione tecnica Roberto Caranzano). Ma c’erano tanti «vip» in tribuna e non è il caso di soffermarsi adesso su questi dettagli: perchè Vacchetto e Campagno sono due atleti formidabili e perchè per tenere a bada uno come il canalese (andato sotto in avvio 5-1; poi capace di riportarsi 5-5 e ancora da 5-7 andare fino al 10-8 per poi arrendersi nell’ultimo gioco) poteva esserci solo uno come Vacchetto. Campagno ha duettato di potenza ma ha stupito anche per colpi tecnici da autentico fuoriclasse. E Vacchetto ha fatto il Vacchetto: utilizzando il fioretto più che la spada per lanciare stilettate letali ai rivali, ben supportato (va ribadito) dai compagni di squadra. Lui ha la purezza dei predestinati e della bellezza del gioco nel Dna.

Toppino critico
Stupisce un po’ a fine gara una dichiarazione «tranchant» del gran patron canalese, il notaio Vincenzo Toppino, raffinato intenditore di balòn: «Noi negativi con i terzini, ma Campagno superiore a Vacchetto, che non è più quello di due anni fa». E il ds Ernesto Sacco ha fatto autocritica: «Ho sbagliato io alcune scelte». Campagno affranto, Vacchetto, sorridente, ha detto: «Una battaglia che abbiamo saputo vincere con la testa». Sabato il ritorno a Canale. 

Organizzazione super
Un’ultima notazione, doverosa, per la società castagnolese guidata da Mario Sobrino: un’organizzazione «monstre» che ha fatto funzionare tutto alla perfezione. E lo sponsor, Claudio Manera (Araldica) che ha portato i parà, gli applauditissimi sbandieratori dell’Asta, e offerto degustazioni di un imperdibile Asti Secco. Eccellente come sempre la conduzione al microfono di Fabio Gallina (una garanzia) e di Marco Violardo. Che cosa si può volere di più da una finale scudetto?

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