Caso tamburello, il rischio scissione

L'ex presidente Crosato. "Alcune società del centro-sud pensano di staccarsi". "Puntano a un ente per indoor e tambeach: ho detto loro di vedere se si può ricucire".

"In assemblea quasi una militarizzazione: esclusioni ingiuste. Io non sono Schettino".

La notizia più importante arriva a fine intervista: "Dopo l'Assemblea alcune società del centro-sud si sono rivolte a me riferendomi l'intenzione di staccarsi, creando un nuovo ente che si occupi dell'indoor e del tambeach. Ho detto loro di stare calmi e di vedere come la nuova dirigenza nazionale recupererà il rapporto".

Sì, perché secondo Emilio Crosato sabato scorso all'Hotel Db di Sommacampagna è andata in scena un'Assemblea quasi militarizzata, con l'ingiusta esclusione di alcune società e di una cinquantina di votanti". Secondo Giancarlo Rizzi ed Enzo Cartapati, presidenti Fipt mantovano e regionale sostenitori della lista vincente di Edoardo Facchetti, non sono stati rispettati i termini di presentazione (15 giorni prima dell'assise, ndr) con la presenza di alcuni arbitri a palesare già irregolarità. "Ma 4 anni fa rappresentanti di atleti e tecnici si sono presentati il giorno stesso delle elezioni - ribatte il presidente uscente - e sono stati accettati dall'Assemblea. Gli arbitri? Ma sono presidenti-arbitri che dirigeranno 2 o 3 gare l'anno". E comunque, garantisce l'ex patron, gli elenchi sono arrivati in tempo, "15-20 giorni prima, e sono stati ritenuti in regola dagli organi federali preposti". "Li abbiamo presentati all'ultimo momento per dare la più ampia possibilità di partecipazione a tutti. Non pensavano potesse essere motivo di polemica e, addirittura, di esclusione per gente che veniva da Roma, Siena, Cosenza, Trapani, Ragusa ecc...". Esclusione che, appunto, potrebbe precludere alla nascita di una federazione alternativa. Un evento già successo nel 1985, dopo l'assise di Rimini, con ricomposizione del movimento a inizio anni '90.

"Lo stesso segretario generale del Coni, Roberto Fabbricini - riprende Crosato - nel suo saluto all'Assemblea ha rimarcato la bontà del mio lavoro in quasi 40 anni. Ed ha invitato i votanti a condividere un progetto solido. Io ho aggiunto, rivolgendomi all'Assemblea, di andare avanti uniti sennò si verrà travolti dalla tempesta. La nostra immagine all'esterno è molto positiva. Già quattro anni fa avevo detto che avrei lasciato, quindi non mi sento affatto uno Schettino (è la definizione data l'altro giorno da Rizzi sulla Gazzetta, ndr). E' più volte ho invitato tutti a mettersi insieme per trovare candidature cindivise. Cosa che non  è avvenuta, con alcuni Comitati regionali e provinciali che, abusando del loro ruolo, hanno imposto i loro candidati senza un'apertura vera". E' la molla che ha indotto Crosato a presentare il primo dei due esposti alla Procura federale, il 10  gennaio ritenendo che i vertici di tre comitati regionali - Lombardia, Piemonte ed Emilia - nonché dei comitati provinciali di Mantova, Asti, Bergamo, Brescia, Verona ("molto marginalmente anche Trento") fossero venuti meno "al ruolo di imparzialità e terzietà". Un secondo esposto lo ha presentato il 20  gennaio "perché mi è stato riferito che alla Vallone e a Beretta è stato impedito di partecipare ad assemblee con le società  indette a Bergamo e a Mantova: un comportamento antidemocratico" sentenzia Crosato.

Infine una risposta a Facchetti sul mancato passaggio di consegne: "Voleva il passaggio della campanella? Ma non mi hanno mai cercato per parlare e in questi mesi hanno sempre rappresentato la Fipt in modo negativo".

 

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