“Lo scudetto di Cortemilia vinto con spirito di squadra”

MASSIMO VACCHETTO. Il sesto titolo di pallapugno, il messaggio a Campagno, dediche e progetti

Massimo Vacchetto la notte dopo la conquista del sesto scudetto della pallapugno non ha dormito. Si è riguardato la partita e l’ha analizzata a freddo. In campo aveva espresso la sua gioia con una corsa irrefrenabile, a braccia spalancate. 

In pochi pronosticavano la «mission impossible» di recuperare a Campagno lo svantaggio di 1-5. Voi ci avete sempre creduto. Da dove derivava la convinzione?
«Dal clima instaurato in squadra e nell'ambiente. Poi perché un risultato così severo non era giusto. Colpiti nell’orgoglio, volevamo reagire».

Le partite si vincono con la testa e la volontà. Giusto?
«Sì, e anche con lo spirito di squadra. I nostri avversari erano più esperti, noi abbiamo creato il clima giusto.
Campagno si è infortunato nel quindicesimo gioco. Che cosa avete pensato?
«Sinceramente dal campo non abbiamo capito molto; mi sono reso conto di certe cose solo rivedendole in tv. All'inizio pensavamo a crampi. Ho provato dispiacere, anch'io ho avuto esperienze analoghe. Il ritmo è cambiato e paradossalmente ne abbiamo risentito anche noi, rischiando di perdere. Ci siamo detti che stavamo buttando uno scudetto contro un giocatore in grande difficoltà. Nel dopo partita a Campagno ho mandato un messaggio negli spogliatoi, esprimendo dispiacere per lui. Tutto lo sferisterio ha capito il suo dramma sportivo e l’ha incoraggiato».

Sei scudetti, come Balestra e Berruti. Che effetto fa?
«Questo traguardo è la continuazione di un sogno. Essere insieme ai miti è una motivazione fortissima».
Dediche, ringraziamenti «Alla mia famiglia e a Clarissa, la mia fidanzata, mi sono stati molto vicino. Una dedica speciale a mio nonno Giacomo che non sta bene, ma ha voluto guardarmi in tv».

Il suo futuro?
«Pallonisticamente la permanenza a Cortemilia. Per ora è stato confermato Rivetti. Poi continuare a divertirmi con la pallapugno e fare qualcosa in questo ambiente per i giovani. E punto a un ruolo imprenditoriale in ambito informatico».

Dove andrà in vacanza?
«Non abbiamo ancora deciso, una settimana al mare e al caldo ci piacerebbe, sono due anni che non ci muoviamo.

Sabato «probabilmente» (è il segreto peggio custodito dell'ambiente, ndr) riceverà a Cerretto Langhe il Balon d'Or. Che significato ha?
«Un riconoscimento ambìto, che mi onora. Dovessi riceverlo sarei contento e orgoglioso anche se ha forse un limite: premia il capitano e dimentica la squadra».

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