Orfano di gare il mondo del balon ascolta le parole del presidente Enrico Costa. Il numero uno della Federazione ha preso lo spunto dal week end pasquale che avrebbe dovuto segnare l'avvio della stagione della pallapugno suggerendo alcune riflessioni. «In un mondo ormai dominato da tecnologia e social ci sono però isole in cui la vita di relazione ha orgogliosamente mantenuto intatta la propria identità. Sono i nostri piccoli centri, dove ci si conosce, ci si confronta di persona, sostiene, condividono le passioni, si aiutano i deboli attraverso il volontariato. E' la tradizione virtuosa dell'aggregazione. Ed è proprio questo concetto a meglio rappresentare il valore delle nostre piazze, della comunità, del nostro sport» ha precisato Costa. La pallapugno è una di queste "isole" del contatto umano, in cui spettatori e giocatori costituiscono un tutt'uno: il tifoso osserva il colpo, ma sente di essere egli stesso protagonista di una realtà che affonda le radici nella storia. «Lo sferisterio è come la piazza del paese in cui ciascuno è determinante nel proprio ruolo, come una grande famiglia in cui prima di tutto viene lo stare insieme. Quello stare insieme che ha consentito ai nostri piccoli paesi di superare carenza di risorse, infrastrutture e servizi. La nostra forza è da sempre la capacità di sostenerci reciprocamente». «Radici profonde che dobbiamo preservare, perché questo virus vuole scavare, anche fisicamente, un solco tra le persone. Riusciremo di nuovo ad accorciare le distanze, a guardarci negli occhi con fiducia reciproca?. In quel momento, saranno fondamentali le radici solide della nostra tradizione, che ci aiuteranno a recuperare il rapporto umano. La grande famiglia della pallapugno è un piccolo tassello di un mosaico enorme. Essa darà il proprio contributo per far ripartire lo stare insieme».