Il Cavaion cala alla distanza. Sul trono sale il Castellaro

Svanisce il sogno di confermare in Trentino il successo nella Coppa Europa ottenuto nel 2019. Il Cavaion cala alla distanza.

I veronesi strapazzano i francesi del Cournonterral, poi si arrendono alla maggiore freschezza dei mantovani nella finale, durata tre ore

Prima strapazza i francesi del Cournonterral (13-3) poi in finale cede al cospetto della corazzata Castellaro (13-10). Il Cavaion chiude con un piazzamento d’onore la XXVedizione della Coppa Europa disputata a Segno in Trentino.
Per lunghi tratti la formazione dell’entroterra gardesano ha sognato l’impresa e la possibilità di confermarsi sul tetto del vecchio Continente com’è stato nell’ultima edizione disputata nel 2019. Invece alla lunga è uscita la maggior quadratura e tasso
tecnico del quintetto virgiliano che ha saputo reggere alla micidiale partenza della formazione del tecnico Edoardo Peroni arrivata a condurre 9 a 5. Poi il lento ma graduale crollo fisico e psicologico di Gabriele Merighi e soci incapaci d’arginare i colpi
dei campioni d’Italia in carica.
Rispetto al campionato italiano, dove si gioca al meglio dei due set, la competizione internazionale prevedeva il vecchio sistema di punteggio con successo che arride alla compagine che per prima raggiunge i tredici giochi.
Una maratona infinita durata oltre tre ore davanti ad un folto e appassionato pubblico che ha visto una gara dalla doppia faccia. Impressionante, regolare e preciso in tutti i suoi atleti in campo il Cavaion che ha messo alle corde il Castellaro, quasi inebetito al cospetto della baldanza di Cimonetti e compagni.
Una marcia trionfale che d’incanto si è arrestata una volta che i gardesani sono arrivati al nono gioco. Forse ha giocato un brutto scherzo anche la “paura” di vincere con un atteggiamento che è diventato più prudente, meno sfacciato. Di contro però c’è da rilevare le grandi mosse tattiche dell’allenatore Luca Baldini che ha ridisegnato l’impostazione tattica della squadra.
I mantovani hanno cominciato a cambiare posizione tra il fondocampo e il mezzovolo. Inizialmente al centro dello sferisterio è andato Luca Festi che si è poi alternato con Alessandro Merighi per poi ritornare nell’assetto base e ritrovare automatismi
collaudati tanto d’allungare la palla e imbrigliare il Cavaion passato dal 9 a 5 al 9 a 11 con il Castellaro ad inanellare ben sei giochi consecutivi. Quanto basta per abbattere anche un elefante anche se la truppa del presidente Franco Cristoforetti è riuscita a spezzare la catena avversa, piazzare un gioco e riportasi a ridosso dell’equipe di Arturo Danieli. Pia illusione. Il Castellaro ha ripreso il filo interrotto e si è aggiudicato l’ultimo trampolino e la Coppa Europa, trofeo vinto per la quarta volta dopo i successi del 1998-1999 e 2018.
I virgiliani sono arrivati in finale dopo aver battuto sabato sera il Solferino per 13-8, in quella che sulla carta poteva rappresentare la vera finale considerato che le due compagini, a quattro giornate dalla fine del campionato italiano di serie A, sono divise da un solo punto in graduatoria.
Il Cavaion è giunto invece in finale dopo aver avuto vita facile, sabato pomeriggio, contro il Cournonterral, unico team transalpino partecipante alla Coppa Europa.
L’iniziale formula prevedeva la partecipazione delle prime tre squadre del campionato italiano dell’ultima edizione contro le prime tre del campionato francese. La defezione, per motivi legati alla pandemia per covid-19, ha portato gli organizzatori a ridurre
il numero di gare. Il sorteggio ha voluto che il quintetto di Edoardo Peroni affrontasse i francesi del Cournonterral, località di poco più di cinquemila abitanti a quindici chilometri da Montpellier. Una piccola comunità che sale con merito sul tetto d’Europa.

 

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