Montechiaro - Rocca 19-14

Confesso la mia profonda gioia nel rivedere nuovamente il tambass a muro a Montechiaro, uno degli antichi sferisteri, al quale sono legati tanti e mai dimenticati ricordi sportivi.

Mi recai la prima volta all'età di 14 anni e da allora un pezzetto del mio cuore continua a conservare struggenti momenti della mia inimitabile infanzia. Altra gioia nel rivedere ancora tanti amici di allora in primis Gino Perotti in arte "Socola" uno degli ultimi difensori, come non citare il Pinin Mark, del bastione montechiarese, ancora in ottima forma dall'alto dei suoi 91 anni e l'Aldo "Panatè". Veniamo alla gara che la domenica Pasqua ci concede dopo la pioggia di sabato e la pallida ripresa di stamattina. Pomeriggio godibile per una gara che per il valori in campo promette scintille. L'inizio sembra tutto a favore degli ospiti che incamerano quasi senza colpo ferire i primi tre giochi e riescono ad allungare anche sulla battuta. Locali che dopo qualche scambio di opinioni tra Tirone e Caggiano dovuto al clima di gara, iniziano ad ingranare marce alte e sull'otto riescono ad impattare. Ottimi colpi si alternano ad errori banali dovuti essenzialmente alla sfrenata voglia di concludere in fretta la giocata. Pallina che di conseguenza resta poco in aria ed in certo modo il gioco ne guadagna.Il pubblico numeroso e quanto mai rumoroso non smette di dare consigli ed incoraggiare i propri giocatori e a stento l'arbitro Guelfo, ottimo il suo arbitraggio, pulito e senza sbavature, ed i segnalinee riescono a trattenere i piu facinorosi. Intanto la gara sta salendo di tono ed il tifo sale alle stelle, tra pareri e discussioni sopratutto tra i più esperti. Dopo metà gara gli uomini di Morrone, ora affiatati e ben disposti a fondo campo e qualche leggero spostamento, salgono in cattedra e per i rocchesi si fa dura e grazie anche ad un leggero calo di Gerbi (troppi 40 pari persi con risultato a favore!) lasciano pian piano spazio ai rivali. Un ultimo sussulto sul 16 a 14 non produce gli effetti sperati e la vittoria arriva tra qualche mugugno e la faccie scontetnte di qualche dirigente ospite. Montechiaro dunque in vetta e Rocca che non può più permettersi passi falsi per non pregiudicare una classifica che in questo momento rimane critica: la società è solida e i giocatori preparati a navigare ad alti livelli. Buona la prova di Gandini su un campo per nulla facile mentre accomunerei i quattro terzini (sei) scesi in campo, capaci di ottimi colpi in clima difficile ma anche di grosse non ammissibili ingenuità. Ancora un pò in ombra Redoglia, reduce da estenuanti viaggi di lavoro ed anche Gerbi, ormai ristabilito, ha bisogno di giocare per raggiungere i livelli di gioco ai quali ci ha abituato e che tutti gli riconoscono. Prova in crescendo per Tirone e Politto su gli opposti fronti mentre ritengo determinante l'inserimento di Cestari, decisivo in molte e difficili occasioni, che ha dato ai suoi serenità e determinazione. Chiosa finale: un bel pomeriggio di sport e la constatazione che proprio dal vecchio e a volte bistrattato tamburello Montechiaro sta recuperando una parte della sua storia, rivalutando gli antichi e semplici valori del vivere comune, gli unici che ci offrono un'ancora di salvataggio in questi momenti di difficoltà che stanno accomunando molti spazi d'Italia. Un grazie agli amici di sempre, ex giocatori, compagni di scuola, di vita e di ricordi con i quali è sempre facile trovare argomenti di discussione.

Montechiaro: Caggiano, Tirone, Redoglia, Vercelli, La Pia - Cestari

Rocca: Gerbi, Politto, Gandini, Bella, Carretto - Esposito

Foto: con Gino Perotti (Socola) - Veduta dello sferisterio dedicato a Beppe Tirone - Il pubblico

 

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Rocca - Tonco 19-17

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