Intervista a Sandro Appiano

ALESSANDRO APPIANO: UN ATLETA VINCENTE

Il prossimo venerdi 12 febbraio la Società Tamburellistica Alegra di Settime durante una cena conviviale al ”Mach cha Dira" consegnerà i premi annuali agli Sportivi e ad alcuni personaggi che maggiormente si sono distinti, per vari motivi, nei campo dei tamburello contribuendo ad innalzare l'interesse di questo antico e nobile sport. Tra questi Alessandro Appiano, vincitore dell'ultimo Torneo a Muro del Monferrato con il team del Grazzano.

Venerdì scorso Sandro è venuto a farmi visita: approfittando della bella mattinata abbiamo fatto due passi e naturalmente ho approfittato della sua sensibilità per fargli una intervista che ho pensato di inviare al "TAMBASS". Sentite un po’ cosa ne è uscito dopo una lunga discussione.

Sandro, il re del Muro 2015 ...

Titolo un poco esagerato.....certo sono contento e soddisfatto di questo premio prestigioso. E’ come se nel calcio vincesse il Pallone d'Oro un portiere o un difens0re.....premio che fa onore agli organizzatori che si sono dimostrati aperti e mentalmente elastici nel valutare e premiare anche i "gregari” (già successo nel 2010 con Atzori e nel 2013 con Caggiano n.d.r.) che hanno dimostrato il loro valore durante la trascorsa annata sportiva, con un lavoro magari "oscuro" per gli spettatori ma continuo e redditizio. E sempre nell'ottica dei "giochi di squadra” non mi dispiacerebbe che in futuro venissero premiati anche i ”sottogiochi" che per la dinamica e la velocità degli scambi sono quelli più soggetti a plateali figuracce.

A chi dedichi questo premio?

Al Grazzano Team: i compagni di squadra, i tifosi, i dirigenti e soprattutto ad alcuni personaggi...

Due anni stupendi che porterò sempre nel mio cuore, non solo per i risultati ma per avermi fatto rivivere quei "caiore umano" che contraddistingue una bella esperienza da un'esperienza unica: per capire cosa intendo provate a chiedere ad altri amici come Valle, Gozzelino, Bonando e Caggiano, solo per citarne alcuni, che assaporano ancora l'atmosfera grazzanese...

Sta per cominciare una nuova stagione a Montemagno: quali sono le tue previsioni ...

L'obiettivo principale potrebbe essere una salvezza tranquilla con qualche vittoria ”di lustro".

Avevo preso la decisione di "smettere” per motivi personali, nonostante molte richieste: poi è arrivata la chiamata di Giulio Griffi che mi fatto tornare sul miei passi perché la sua proposta mi ha convinto completamente. Riparto da zero, quindi, con tanti giovani con i quali sono abituato ai dialogo ed a questi voglio trasmettere la mia passione per questo gioco.

Cosa ne pensi del Torneo che sta per cominciare?

L'arrivo di alcuni pezzi da novanta (vedi Monzegllo, Basso, Maschio ecc....) mette sullo stesso piano 4 o 5 formazioni che possono arrivare al titolo: fatto che può solo portare giovamento a tutto il movimento e far da volano per l'arrivo di altri giocatori blasonati, oltre a far crescere un rinnovamento giovanile ad ampio raggio. Ma li mio pensiero, adesso, è rivolto ai mio amico Edo che non ritroverò per "bollarmi" ...

Spiegati meglio ...

Mi ha colpito il fatto che lui, grazzanese, non può giocare a ”casa" sua per motivi di punteggi... lo sono dispiaciuto di andare via da Grazzano ... ma lui è di Grazzano! In clima di campanilismo una simile situazione non dovrebbe mal succedere. Nel campo libero siamo stati testimoni dell'epopea del Bussolengo, del Casteiferro e in ultimo quella dell'inarrivabile Caliianetto: ora tocca al Monte Peroni ... dinastie che non avrebbero potuto esistere se la Federazione avesse usato lo stesso metro di giudizio.

E poi, sinceramente rispondi a queste due domande: togliere Blletta per Basso indebolisce la squadra? Oppure: Monzeglìo vale la metà di Appiano (scoppia una risata generale con alcuni anziani che prendono il sole in piazza ...)

Una frecciatina a chi fa le regole ...

Assolutamente no, perché conosco le persone che da anni sl danno da fare per sviluppare il movimento ed è ingiusto criticare troppo il loro operato. Voglio solo esprimere il mio pensiero e sono contento che durante alcuni incontri in questi mesi invernali ha trovato molte persone che condividono le mie idee e sono d'accordo nel sostenere oltre ad un piano sportivo (Federazione n.d.r.) anche un plano per lo sviluppo sociale dei "Tambass", autentica eccellenza nella cultura delle nostre zone. Ci stiamo lavorando...

In conclusione hai altro da aggiungere ...

Un ringraziamento a tutti quelli che scrivono, narratori contemporanei su questa meravigliosa realtà: troppe volte ho letto e leggo tuttora sulla nostalgia del tempi che furono, sul fuoriclasse, sullo svilimento del gioco di oggi, sul graduale impoverimento di spettatori ecc .... Dedico a loro queste poche righe che dovrebbero contribuire ad aprire argomenti di seria discussione. Credo che ogni epoca abbia avuto la sua storia ed i suoi personaggi e penso sia ingiusto metterli a paragone proprio per la differenza epocale. Il tamburello è un gioco impegnativo se lo si gioca in modo professionistico, aggettivo che per molti è sinonimo esclusivo di "prendere soldi" in cambio di una prestazione: passione e sentimento sono gli ingredienti che valorizzano le attività dei singoli.

Io ho visto tutte le finali degli ultimi dieci anni e ne ho giocate molte: non riesco a capire come si possa parlare di mancanza di spettacolo soprattutto nelle finali. Ecco: quell'atmosfera dovrebbe spalmarsi in tutte le partite: per questo ci vogliono gli spettatori con adeguato tifo al seguito.

A me il tamburello ha dato molto e per questo lo considero lo sport più bello del mondo ...

CHAPEAU SANDRO, MITICO GUERRIERO

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