Premio Ussi-Piemonte 2025 ai campioni Massimo Vacchetto e Vittorio Fracchia

i campioni Vittorio Fracchia e Massimo Vacchetto splendidi testimonial della sferistica e del territorio

 La sferistica protagonista ai prestigiosi Premi Ussi-Piemonte presso Palazzo Ceyrana Maineri al Circolo della Stampa di Torino con i suoi due campioni Massimo Vacchetto e Vittorio Fracchia. Per gli sport tradizionali un onore essere coinvolti in compagnia delle grandi realtà piemontesi come il Bra calcio, il Derthona basket, il Cuneo volley, il settore giovanile del Toro e fuoriclasse come Giorgio Chellini, Andrea Vavassori, il pilota Alessandro Pier Guidi per citarne alcuni.

Un elegantissimo Massimo Vacchetto accompagnato dalla mamma Grazia e dalla fidanzata Clarissa ha subito trovato ammirazione in virtù del servizio sulla finale spareggio di Canale di fronte ad una cornice di pubblico imponente a testimonianza del forte radicamento della pallapugno nel territorio. Premiato dall’assessore regionale Paolo Bongioanni presente alla finale.

Max Vacchetto punta di diamante di una dinastia di giocatori, il padre allenatore i due fratelli Paolo ed Alessandro entrambi battitori in serie A per la gioia del nonno Guido che non si perde una loro partita ha raggiunto Augusto Manzo con l’ottavo scudetto mettendo nel mirino Felice Bertola a 12. Dopo due anni di digiuno ha vinto il terzo titolo col Cortemilia ed il prossimo anno a Cuneo con un biennale da 170mila euro per riportare il capoluogo ai vertici.

Una finale, la seconda, tutta in famiglia col fratello Paolo ed uno scudetto che lo colloca tra i grandissimi. “Abbiamo visto tanto pubblico” non poteva essere migliore l’introduzione in tempi di calo demografico. Le sue parole. “Grazie mille per l'invito, è un onore essere qui in mezzo a personaggi di questo calibro.  Assolutamente c'è tanto pubblico a seguirci, per fortuna della pallapugno un po' uno sport di nicchia del nostro amato  Piemonte e io ho avuto la fortuna di averla conosciuta attraverso i miei genitori e la pratico da quando avevo 6 anni e sono riuscito ad ottenere ottimi risultati e sono contento di poter essere portavoce di questo fantastico sport. Nella finale ho dovuto affrontare mio fratello, uno dei componenti dell'altra squadra l’Albese, è una duplice emozione un po' agrodolce perché è stato bello poter vincere un po' meno bello vincere contro di lui, comunque, l'emozione è stata tantissima per un ambiente viscerale come è quello di Cortemilia”.

Nel finale convulso il video celebrativo di Vittorio Fracchia non si trova cozzando nel momento concitato per l’atteso arrivo del tennista Vavassori ma Federico Calcagno ci mette una pezza riuscendo a trasmettere ugualmente la magica atmosfera di Grazzano essendo stato gradito ospite nella semifinale toccando con mano un ambiente incredibile con la passione della gente senza eguali.

Vittorio accompagnato dal presidente Alessandro Redoglia e dal vice del Comitato regionale Roberto Gino si dimostra un attore consumato quando come avviene in ogni premiazione il trofeo cade cercandolo con nonchalance di ricomporlo. Viene subito messo alle strette chiamandolo il CR7 del tamburello, il campione più vincente con 11 scudetti di cui 10 col la maglia del suo paese il Grazzano oltre a 7 coccarde e 5 Supercoppe. L’anno scorso è stata premiata la società nella sua unicità e quest’anno è toccato alla sua stella un protagonista che si immedesima con il suo paese. Un atleta in cui si fondono tecnica, forza, grinta e leadership.

Il grazzanese abituato a stare con i piedi per terra e lavorare sodo rifugge ad ingombranti paragoni con il più classico dei motti piemontesi “esageruma nen”. “Per me è un onore essere qui in mezzo a tutti questi grandi sportivi e per la nostra realtà molto locale è davvero un onore. Noi dobbiamo avere a che fare col lavoro di tutti i giorni e in più abbiamo questa passione, perciò, è un grande riconoscimento al lavoro quotidiano e motivo di grande soddisfazione.

La nostra è una realtà piccolissima che al di fuori dei paesi dove si gioca è poco conosciuta, però in quei paesi è sentitissima, anzi fin troppo, perché purtroppo quando si mescola lo sport anche con la vita quotidiana, cioè capita che quando c'è magari il periodo di play-off esci e chiunque ti ferma con uno slancio quasi eccessivo ma questa  è la pressione ed il peso della popolarità che uno si porta anche dopo a casa. Questi premi sono occasioni anche per capire l’aria che tira e gli sviluppi degli sport tradizionali".

L’assessore regionale allo sport Paolo Bongioanni non si è tirato indietro confermando la vicinanza e supporto per queste realtà orgoglio delle province di Cuneo, Asti ed Alessandria con un immenso valore aggiunto in termini di attrattiva turistica e culturale. Quest’anno il contributo di 50mila euro si è subito polverizzato e s’impegna ad aumentarlo considerevolmente il prossimo anno a 150mila.

Avendo anche la delega al turismo si sta cercando di convincere i nostri consorzi turistici a inserire il tamburello e la pallapugno nelle visite con i tour operator che facciamo fare ai turisti del centro nord Europa cominciando da quelli di  lingua tedesca. Nulla di nuovo e come quando si va in certi paesi ti presentano la pelota vasca, l'andare a vedere uno sport tradizionale deve anche essere enfatizzato turisticamente.

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