Intervista ad Alessandro Salomoni

Il giocatore che ci ha raccontato le sue sensazioni di questo delicato momento è' cresciuto nel Castelli Calepio. Come tutti, ha tanta voglia di tornare a giocare e molta nostalgia dei compagni di squadra. Stiamo parlando di Alessandro Salomoni, punto di forza del team orobico.  

A tuo giudizio che campionato avremmo visto in serie B, quali le favorite secondo te?

A mio avviso, quest'anno in serie B avremmo visto un campionato molto combattuto da tutte le squadre, perchè come sempre tutte avrebbero dato il meglio per far vedere tutto il lavoro svolto, la crescita del gruppo e soprattutto oserei dire per raggiungere traguardi che nessuno avrebbe mai creduto possibili , come per esempio la vittoria della mia società nella Coppa Italia dell'anno scorso. Per me è stata una grande gioia, perchè in questa società sono cresciuto, visto che ci milito da quando ero nella categoria esordienti. Posso dire che quello che ho imparato, non l'ho imparato giocando, ma facendo lo speaker tutti i sabati alle partite della squadra di serie B e anche cambiando il tamburello a Cristian Colleoni. Sinceramente non saprei indicare una favorita, ma se dovessi fare dei nomi penso che la Cavrianese per la voglia di riscatto e quella di tornare subito in serie A ha grandi possibilità e aggiungo anche il Bonate Sopra che ha molti giocatori giovani, come Umberto Pastrone che conosco personalmente. Ho visto giocare il Palazzolo e mi sembra una squadra ben organizzata. Vorrei inoltre aprire una piccola parentesi e dire che campionati molto combattuti si sarebbero visti anche nella serie C e D bergamasca 

Come vivi il momento di stop forzato imposto dal Corona Virus e quanto ti mancano allenamenti? 

Il momento di stop non lo sto vivendo benissimo. Come società abbiamo avuto la morte del nostro caro vice presidente Angelo Toti, persona molto stimata per la sua euforia e il suo dare tutto per la società. In famiglia invece stiamo vivendo sperando che tutto possa cambiare al più presto, anche se la situazione non è delle migliori. Inoltre ho subito la morte di due persone a me molto care, una giovane donna di 50 anni e un uomo di 68 anni, uccisi uno da un tumore uno e l'altra da questo virus che non lascia scampo e non guarda in faccia a nessuno. Gli allenamenti mi mancano tantissimo, non solo per il gioco, ma anche per vedere i miei compagni di squadra, ridere e scherzare con loro. L'ultima volta che siamo andati al campo a fare allenamento era appena stato varato il DPCM che stabiliva il “Lockdown”. Il nostro presidente ci aveva detto che non potevamo allenarci e da li a poco sarebbe venuto il sindaco a mettere i sigilli al centro sportivo. Da quel giorno non ho più visto i miei compagni. Per fortuna ho la possibilità di camminare molto e questo la faccio volentieri perchè mi aiuta a tenermi in forma. 

Se dovessi decidere tu sarebbe meglio stare fermi o cercare di fare qualcosa in estate per salvare un'annata ormai compromessa? 

Questa è una bella domanda. Qualcosa si potrebbe anche fare. Di sicuro dobbiamo aspettare ordini dall'alto. Se dobbiamo giocare lo dobbiamo fare nella massima sicurezza, soprattutto nella mia zona, una delle più colpite, anche se la situazione sembra essersi calmata sia per quanto riguarda il numero dei nuovi contagi sia per i decessi. Comunque qualcosa per il mondo del tamburello io lo farei, soprattutto per non rovinare tutto il lavoro fatto dalle società. Per me vanno bene anche partite a porte chiuse, tornei o un campionato un po' più breve, con dei gironi con squadre della stessa zona per evitare troppi spostamenti, però è solo una mia idea personale pensata solo per non fare un anno intero di stop. In sintesi credo che qualcosa si possa fare. Quest'anno è andata cosi, aspettiamo cosa succede dopo il 18 maggio. 

Qual'è la tua idea sui set?

Questa domanda è spesso oggetto di discussione sui nostri canali social, dove molti rimpiangono i tredici giochi. Anch'io sono favorevole ai tredici giochi perchè secondo me c'era più spettacolo, poi almeno non c'è l'ansia di dover recuperare il set o magari di arrivare al tie break, dove di solito tutto può succedere. Il vero gioco del tamburello è quello dei 13 giochi. Concludo dicendo che nonostante la situazione che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo torneremo più forti di prima, con tanta voglia di giocare e sono sicuro che il virus sarà solo un lontano ricordo, come una pallina che esce dal campo.

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